Arrivare a Oliena è come entrare in una poesia scritta dal sole e dal vento. Qui la terra sembra avere un colore scritto a caldo: bruciata dal sole, spazzata dal vento che racconta le storie delle pietre.La Cantina Gostolai, attiva dal 1988, apre le sue porte come un vecchio libro: pagine di vite, vigneti e mani, segnate dal Lavoro, che conoscono il ritmo delle stagioni. Questo è un racconto di viaggio nel mondo del vino sardo, dove ogni sorso rimanda a un paesaggio, e ogni paesaggio a una voce.
CANTINA GOSTOLAI: TRA RADICI E PERSONA
La cantina Gostolai è una vitivinicola situata a Oliena, in provincia di Nuoro, Sardegna, attiva dal 1988. Il nome "Gostolai" deriva dalla località dove si trovano i vigneti di famiglia, da cui provengono le uve per i primi vini prodotti, ma da sempre lavora a stretto contatto con I piccoli produttori d’uva locali con i quali il legame è strettissimo, al punto da seguire percorsi e ricerche che riguardano non solo il vino e il territorio ma anche la storia e le storie che lo attraversano. La cantina si impegna a valorizzare le uve di questa terra, particolarmente influenzate dal microclima e dal territorio circostante, puntando a vini con forte personalità che riflettano il legame con il vitigno e l'ambiente d'origine. Il produttore è Tonino Arcadu, che con il suo marchio produce circa centomila bottiglie all'anno di vini DOC e IGT con una prevalenza di Cannonau, celebre è il loro Nepente di Oliena. La cantina utilizza lieviti autoctoni per conservare ed enfatizzare le caratteristiche del terroir.
Nel nostro viaggio abbiamo parlato con Angelo, figlio del proprietario, che prosegue la tradizione di famiglia e guarda all'innovazione senza perdere il legame con le radici storiche. Angelo ci ha accolti con semplicità: il suo è un gesto di ospitalità che diventa racconto, il piacere di spiegare le origini, i luoghi e le persone che stanno dietro a ogni bottiglia partendo dall’uva che con un sorriso ci descrive proprio al nostro arrivo in una vendemmia anticipata, ma interessante.
IL TERRITORIO: SOLE, VENTO, PIETRA
Il territorio sardo, e Oliena non fa differenza, appare selvatico, spesso segnato da un sole che non risparmia nulla, in cui caparbi fanno presa arbusti dai profumi balsamici e da un vento che modella i grappoli e i grappoli modellano il vino. Parlare di terroir qui significa parlare di luce, di calore, di un'energia che imprime carattere alle uve: il Cannonau respira la roccia, il Vermentino cattura un soffio mediterraneo. L'accoglienza che abbiamo trovato in cantina è parte di questo paesaggio: non solo degustazione, ma racconto e condivisione di un'origine.
I VINI: RITRATTO SENSORIALE
• Nepente di Oliena Cannonau DOC — un vino che racconta la Barbagia: materia, spezia, calore e una sapidità che rimane. Ne era innamorato D’Annunzio che ne coniò il nome in occasione di una sua visita nel luogo.
• Vermentino DOC “Incantu” — il bianco che porta fragranza mediterranea nell'entroterra; teso, fragrante e minerale. L'uso di lieviti autoctoni è una scelta che conserva e amplifica l'identità territoriale, per vini che parlano di un luogo preciso.
ARVESINIADO: L'ANTICO SUSSURRO
Un interessante progetto riguarda il recupero di un antico vigneto di Arvesiniadu: al momento esistono solo 70 litri, vinificati in anfore e su queste anfore si sposano antichità, design e tecnologia innovativa. Lo abbiam assaggiato, con quella sua punta di mandorla sul finale ci è rimasti nel cuore. È un sussurro dal passato che rinasce e proprio dentro le anfore “respira” ma questa è un'altra storia e la racconteremo più avanti.
ATRANOX — NOTTE NERA, STELLE E NURAGHI
Il vino che siamo andati ad assaggiare è un Cannonau che entrerà nella linea produttiva si chiamerà ATRANOX ("notte nera") in sardo e ha la firma di Angelo, che porta anche la sua esperienza di studio in veneto nell’azienda di famiglia.
La sua ispirazione prende luce dal libro "In terra come in cielo. I nuraghi e le Pleiadi" di Augusto Mulas e Marco Sanna, che propone l'ipotesi — affascinante e suggestiva — che alcuni nuraghi nella piana di Torralba siano stati collocati riflettendo lo schema delle Pleiadi. Nel libro si sostiene che i Nuragici possedessero conoscenze astronomiche e che l'orientamento e la disposizione dei monumenti possano avere una corrispondenza intenzionale con il cielo. In particolare, il gruppo di otto nuraghi nella piana di Torralba riproduce la configurazione delle stelle principali dell'ammasso aperto delle Pleiadi (M45), con una probabilità quasi assoluta che non sia casuale. Il nuraghe Santu Antine corrisponderebbe alla stella più luminosa, Alcyone, mentre gli altri sette nuraghi rappresentano le altre stelle dell'asterismo.
ATRANOX nasce come omaggio a questa tensione tra terra e cielo: un Cannonau radicato nella roccia di Oliena ma capace di ispirare e farci sollevare lo sguardo verso le "sette sorelle".
EN PRIMEUR E THE GLASS ÉLITE
Per gli appassionati e i collezionisti, ATRANOX sarà disponibile — ovviamente en Primeur — nella nostra piattaforma The Glass Élite a breve. Ne racconteremo dettagliatamente le caratteristiche tecniche, le scelte di vinificazione e il percorso che porta dall'uva al vino finito. L'en primeur diventa così un invito a partecipare al tempo del vino, sostenendo la filiera e condividendo un progetto che valorizza il territorio e il legame di questi produttori al loro territorio. Lo ripeteremo sempre che per noi il vino rimarrà il più antico prodotto del futuro.
Accoglienza e racconto
L'ospitalità di Tonino, di Angelo e delle persone della cantina è parte integrante dell'esperienza. Non si viene soltanto a degustare: si viene per ascoltare, per sedersi a un tavolo dove la memoria si mescola alle bottiglie, dove il piacere di raccontare le proprie origini diventa gesto di condivisione. Questo racconto è la migliore etichetta che una cantina possa offrire.
CONCLUSIONE — IL VIAGGIO CONTINUA
La Cantina Gostolai ci ha offerto il suo vocabolario di terra e cielo: Nepente, Incantu, l'ombra di ATRANOX e il lampo antico di Arvesiniado in anfora. Siamo partiti con il sapore della pietra e del vento sulla lingua, e restiamo in attesa della prossima pagina: l'anfora che racconta un'altra storia e nel frattempo ci spostiamo verso un’altra meravigliosa cantinca.